Emorroidectomia aperta L’emorroidectomia aperta è basata sulla procedura originariamente descritta da Milligan nel 1937. Questo intervento può essere eseguito in anestesia loco-regionale o più raramente in anestesia generale. Alcuni autori suggeriscono una premedicazione con un antibiotico come il metronidazolo a scopo preventivo per eventuali infezioni. La tecnica consiste nell’asportazione dei gavoccioli emorroidari con sutura dei peduncoli vascolari. Le ferite vengono lasciate aperte e guariscono per seconda intenzione.
Emorroidectomia chiusa Tecnica proposta da Ferguson nel 1959, prevede l’asportazione dei gavoccioli con la sutura delle soluzioni di continuo. Attualmente tale tecnica è più utilizzata per il minore, ma sempre presente, dolore post-operatorio rispetto alla tecnica aperta ed un minore tasso di stenosi post-operatorie.
Complicanze principali
Dolore : intenso e di lunga durata in maniera maggiore con la tecnica aperta; Emorragie precoci; Emorragie tardive; Fissurazioni anali da non completa guarigione delle ferite; Ascessi o formazione di fistole perianali; Formazione di “Skin Tags”; Formazione di pseudo polipi da tessuto di granulazione o raramente di cisti epidermoidali da inclusione; Incontinenza fecale : disturbi della continenza come il soiling, frequenti nel primo periodo post-operatorio, possono essere dovuti all’asportazione, inevitabile con questi interventi, dei recettori sensoriali che si trovano nell’epitelio del canale anale. Rara ma descritta l’incontinenza totale da danno sfinetriale; Stenosi anale. |
EMORROIDECTOMIA |
EMORROIDI |
Articolo 1 |
Operazione per malattia emorroidaria nel tardo dodicesimo secolo |